sabato 20 gennaio 2018

Paola Casulli, "Sartie, lune e altri bastimenti" (La vita felice, 2017) - Nota di lettura di Melania Panico

L’ultimo libro di Paola Casulli è un libro sulla calma del restare. Sartie, lune e altri bastimenti ha come sottotitolo “poesie di isole e amori” e rimanda immediatamente al mare. Tra l’altro il mare è un tema ricorrente nel lavoro dell’autrice. Eppure il mare, che potrebbe far pensare al viaggio, alla partenza, qui è visto in un’ottica di pacatezza e nostalgia. È come se l’autrice fosse pervasa da un senso di riflessione che tuttavia non contempla salvezza: “cosa ci rende nostalgici?/ Distanziati sul nostro promontorio/ ciascuno con i piedi fuori dalla marea/ a sentirci salvi ma opachi”. Ritrovare terra solida sotto i piedi significa anche averne attraversate di correnti, averle contemplate e a volte averle riconosciute come parti integranti della vita. A un certo punto la solidità diventa un giaciglio, attraverso il quale si può godere bene della luce, poiché è una conquista. Tutto il dettato poetico risente di questa negoziazione tra calma e mare: “come siamo noi/ quando diciamo siamo/ uguali a noi stessi?”, della realtà che spesse volte si conferma semplice convinzione per chi invece continuamente chiede, cerca. Se il cuore è un’isola, l’amore è il suo bosco verdeggiante dove camminare a piccoli e accorti passi.
Melania Panico








Come se
in questa stanza dove io ora abito               
fosse passato il vento.
Un po’ di vento
con quella inconsistenza che avrebbe avuto noi
se noi non ce ne fossimo andati.

Un vento poi che, invisibile,
è penetrato nella schiena. Mi ha tolto l’abito
mi ha rialzato gli attimi, umiliato le soglie.
Tocco questa terra ora
dove tutto è colore solido.
Si inarcano gli alberi
e io resto qui
a vederli ghigliottinati dalla luce.


*

Certe volte si dicono bugie
perché il cuore è un’isola
ammalata di smeraldo – e i tramonti
intrusioni bene accette.

*

Sapevamo di essere nella stessa via
a bassa voce
come crocifissi appesi al muro
quasi dispiaciuti, volgendo lo sguardo
altrove.
Così mai più visti.
Colti da quella strana euforia del dolore.
A dirci mille volte preghiere. A farci dei
vestiti addosso bianchi fiori. Compiuti
nell’imperfetta bellezza delle cose
familiari. Un rapimento la vasta luce diamante
che pare sangue di un nuovo toccare.



Paola Casulli nasce a Ischia ma vive da qualche tempo tra le colline del Monferrato. Poetessa, fotografa, giornalista, pubblica tre raccolte di poesia: Mundus Novus (Ed. Del Leone),Phitekoussai, racconti di un’isola (Ed. Kairos), Di là dagli alberi e per stagioni ombrose (Ed. Kolibris) e due brevi poemetti – MitoGrafie e Lontano da Itaca, quest’ultimo è stato portato a teatro con successo a Verona, con coreografia della stessa Casulli. Organizza eventi culturali in tutta Italia e scrive per varie testate giornalistiche. Incanto Errante è il suo blog di fotografia di reportage e di racconti di viaggio www.incantoerrante.com


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